sabato 5 luglio 2014

C'era una volta: Il Segreto di Deltora di Emily Rodda


La sezione C'era una volta (non avente niente a che fare con il programma televisivo della ABC) riguarda tutti quei libri della mia infanzia che ho amato e che tutt'ora amo leggere.


Titolo: Il Segreto di Deltora
Autore: Emily Rodda
Editore: PIEMME Junior
Anno di pubblicazione: 2005 -
Genere: Fantasy
Numero di libri della serie: 4

Lief e i suoi amici Barda e Jasmine hanno un'altra missione da compiere: sconfiggere i quattro mostri alleati del Signore dell'Ombra (le Sorelle dell'Ovest, del Nord, dell'Est e del Sud) prima che mandino in rovina il Regno...






ATTENZIONE: POSSIBILI SPOILER!

Avevo 11 anni ed avevo amato la prima saga di Deltora. Quindi quando in biblioteca mi trovai davanti il titolo "DELTORA" mi sentii subito attratta.
La storia continua dopo la serie del flauto di Pirra (che io, brava scema, ho letto dopo) e Lief è re di un regno allo sbando: i campi sono aridi, non si riesce ad allevare nessun animale, il popolo è povero e non arrivano navi commerciali nei porti. Convinto che la carestia venga dal cristallo che il Nemico usava per comunicare con i servitori, il giovane re idea un piano: utilizzando la forza congiunta di tutti i suoi sudditi (grazie ai poteri del topazio della Cintura) porta la pietra alla vecchia fucina di Adin e riesce a scioglierla nella fornace con l'aiuto degli inseparabili Barda e Jasmine. Sciogliendosi il cristallo rivela la presenza di una nuova minaccia, la vera origine della malattia che ha colpito il regno di Deltora: quattro creature, le Sorelle, poste ai quattro angoli della regno che con il loro canto mefitico avvelenano la terra. Queste creature possono essere sconfitte solo grazie all'intervento del re munito di Cintura e dei draghi di Deltora, i quali si pensa siano estitnti. In realtà gli ultimi 7 draghi si sono imposti un letargo, su consiglio di Doran l'Amico dei Draghi, attendendo che il re arrivi per risvegliarli
Lief, Barda e Jasmine partono così alla volta del nascondiglio della prima sorella, la Sorella di Levante: Il Nido del Drago.

I tre eroi riescono a distruggere la sorella, sconfiggendo prima il Guardiano che la proteggeva, anche con l'aiuto del drago del rubino.
Partono quindi alla volta della nuova sorella, quella di Settentrione, la quale ha sede in un luogo chiamato Porta delle Ombre. Nel viaggio incontreranno i Mascherati, una sorta di compagnia itinerante di saltimbanchi che si distinguono dagli altri per i volti coperti da maschere con le sembianze di animali, così realistiche da sembrare vere. Ad opporsi ai tre si presentano un uomo Jack il Ridanciano e una creatura simile ad un ombra, Il Mascherato, Guardiano della Sorella di Settentrione. Alla fine, con l'aiuto dei draghi del lapislazzuli e dello smeraldo, Lief riuscirà a distruggere la malvagia Sorella.

Ricomincia l'avventura di Lief, Barda e Jasmine che stanno volando sopra alle Kin, viaggiando in direzione dell'Isola delle Tenebre, sede della Sorella di Ponente. Nel viaggio i tre si ritrovano al Faro di Punta dello Scheletro, il faro che con la sua magica luce permetteva alle navi di altri regni di raggiungere Deltora. Il faro è spento da anni, da quando il Signore dell'Ombra è riuscito a conquistare il regno; la sua luce infatti, poteva mantenersi accesa grazie all'aiuto di Han il Rosso, guardiano del faro, a sua volta protetto dalla magia dei Torani, magia scomparsa con la cacciata degli stessi dalla loro città. Dopo varie peripezie (tra le quali il risveglio del drago dell'ametista, il quale rivelerà il proprio nome, Veritas) i tre eroi raggiungono l'Isola delle Tenebre, ricoperta quasi interamente da fiori rossi, i Giglio Carnivori, che come evidenziato dal nome cercano di divorare i tre. Scoperto che il drago del diamante è morto (divorato da quegli adorabili fiorellini sopracitati), Lief chiede aiuto a Veritas e insieme distruggono la Sorella di Ponente, imprigionata nel corpo dell'Amico dei Draghi, Doran (una crudele punizione ideata dal Signore dell'Ombra). Il guardiano di questa sorella è Jack il Ridanciano, l'usuraio alleato del Signore dell'Ombra comparso nel libro precedente. Jack viene sconfitto da Jasmine che con un trucco astuto riesce a convincere l'uomo a prendere dell'oro maledetto.

L'ultimo libro della serie inizia con il funerale di Doran, durante il quale Lief entra in contatto con la mente dell'Amico dei Draghi e percepisce un messaggio, del quale capisce solo la prima parola: "Veritas speran forta fortuna fidelis honora joyeu". I tre partono alla volta di Del, sede dell'ultima Sorella, quella di Meridione e trovano la città completamente devastata da una pestilenza che si dice sia stata inviata dai torani per prendere il potere. Grazie al potere delle Gemme, Lief scopre che la pestilenza è in realtà l'effetto di un veleno ed indagando trova il nascondiglio della Sorella di Meridione. Con l'aiuto del drago del topazio riesce a distruggere l'ultima sorella e con lei anche Paf, il guardiano di Meridione. Tuttavia il giovane re scopre che la voce mefitica delle quattro Sorelle aveva anche il potere di tenere addormentata una sorta di "creatura" del Signore dell'Ombra con il potere di distruggere tutta Deltora e che nessuno può fermare. Coraggiosamente Lief con i suoi inseparabili amici decide di raggiungere il cuore del paese dove si trova l' "essere", muovendosi a dorso del drago del topazio (a cui si aggiungerà il drago dell'opale). Il fuoco del drago è l'unica arma utilizzabile contro questo male e il ragazzo decide di chiamare anche gli altri draghi in aiuto (scoprendo che le parole dette da Doran Veritas, speran, ecc. altro non erano che i nomi dei draghi stessi). Alla fine c'è un piccolo scorcio in cui si parla del futuro dei personaggi e dove, finalmente, dopo 3 lunghe serie, Jasmine e Lief si sposano. Alleluiah!

Dopo questa luuuunghissima descrizione dei quattro libri posso esprimere il mio parere e per compensare sarò molto breve. Ho amato Deltora, i suoi personaggi, le ambientazioni, la storia; sembra che l'autrice non esaurisca mai la sua vena creativa ed è capace di creare un mondo splendido e coinvolgente. Anche se non sono più una bambina, questi libri hanno ancora il potere di appassionarmi e di farmi emozionare. La scrittura non solo è coinvolgente, ma non è neanche eccessivamente infantile; inoltre l'autrice inserisce nel mezzo della storia molti giochi e indovinelli molto divertenti e, lo ammetto, non sempre di immediata comprensione (o almeno non per me).
Sono libri adatti a tutti anche a chi non è più bambino da un bel pezzo e spero che li leggiate. 4 stelline e mezza.

venerdì 4 luglio 2014

Recensione: "Le Figlie del Libro Perduto" Kathrine Howe



Titolo: Le Figlie del Libro Perduto
Titolo originale: The Physick Book of Deliverance Dane
Autore: Kathrine Howe
Editore:Salani
Traduttore: Valentina Daniele
Anno di pubblicazione: 2009
Genere: Fantasy, Thriller, Romanzo storico
Numero pagine: 423

Connie Goodwin, giovane e brillante dottoranda dell'Università di Harvard, durante l'estate è costretta a occuparsi della vendita della vecchia casa di famiglia, per pagare le tasse arretrate. Mentre sta curiosando trova una vecchia Bibbia del XVII sec. nella quale trova una chiave dal fusto cavo, contenente una pergamena ingiallita con un nome, Deliverance Dane. Indagando scopre che il nome 
si riferisce ad una donna condannata per stregoneria durante i processi di Salem che, a differenza 
di altri accusati, praticava veramente la "magia". Connie sceglie di fare della donna la sua tesi di dottorato, scoprendo anche segreti della sua famiglia da tempo sepolti...

ATTENZIONE! POSSIBILI SPOILER.

Questo libro l'ho trovato per puro caso in biblioteca: cercavo di sfilare quello di fianco e mi è caduto sul piede, nella replica perfetta di una scena cliché di un film. La copertina era davvero accattivante così ho deciso su due piedi di leggerlo. Temevo potesse essere una sorta di horror (odio gli horror! Mi fanno fare sogni strani), ma mi sono ricreduta perché ha superato la prova della lampadina spenta alla grande (leggo un libro che temo possa essere un horror in una stanza buia; se alla fine non mi sento costretta ad andare a dormire nel letto con mamma per poter dormire, allora il libro è promosso).
Come ho già detto la copertina è davvero bella: sembra un volume antico e la riproduzione del bigliettino strappato con il titolo originale dell'opera e il nome Deliverance Dane, spingono il lettore a volerne sapere di più. Se si toglie la "sovracopertina" poi, il volume presenta ancora l'aspetto di un libro d'altri tempi, concordanza che non guasta (e a me ricorda la mia Bibbia, ma io sono strana).
La trama è poi abbastanza semplice da seguire: c'è la storia di Connie Goodwin, dottornada di Harvard, che si ritrova a fare una ricerca che la porterà a vivere un'esperienza straordinaria, scoprendo anche segreti di famiglia. Non guasta che incontri anche un bel giovanotto, Samule Sam Hartley (bello, ma soprattutto simpaticissimo), capace di smuovere la rigida ragazza, riuscendo persino nell'impresa titanica di allontanarla dalle sue ricerche per alcuni attimi. Parallelamente però si seguono le vicende di diverse donne tra le quali anche la Deliverance Dane citata nel riassunto e sulla copertina, vissute in epoche lontane, ma tutte connesse tra loro e con la ricerca di Connie (quando leggerete l'idea dei nomi la troverete davvero interessante); ottima l'idea di segnare i capitoli riguardanti questi "flashback" nel passato usando un font corsivo per i titoli.
La storia è sorretta anche dalla profonda conoscenza del periodo storico posseduta l'autrice, laureata in storia dell'America ad Harvard, la quale inserisce alla perfezione il suo racconto nei fatti storici veramente accaduti (piccola curiosità: l'autrice è la discendente di due delle donne accusate nei processi di Salem. Elizabeth Proctor, condannata a morte, e Elizabeth Howe, accusata e poi rilasciata).
Pian piano che la storia scorreva mi sono appassionata alla ricerca di Connie e, pur intuendo sin dall'inizio il "segreto", mi sono chiesta per tutto il tempo come la protagonista avrebbe scoperto la verità e come una donna rigida e pragmatica (vedi anche cinica) come lei avrebbe reagito di fronte ad una verità come quella.
Connie è simpaticissima. Scettica come pochi, un po' saccente, ma in fondo davvero dolce, conquista proprio perché piena di difetti; è assolutamente esilarante vederla interagire con il suo cane, Arlo, o con la proprietaria del negozio Wicca. Molto carini, anche se pochi, sono invece i momenti di interazione tra lei e Sam, il suo ragazzo; la chiaccherata che i due fanno in ospedale mi ha strappato un sorriso triste ad ognuna delle 4 letture, nonostante sapessi del finale lieto.
Il relatore di Connie è un antagonista fantastico; non è "cattivo" nel vero senso del termine, ma comunque senza scrupoli, il suo principale interesse non è ferire qualcuno (nonostante quello che fa a Sam), nè vuole dominare il mondo, ciò a cui aspira sono fama e soldi, pertanto cerca disperatamente un modo per creare la celeberrima Pietra Filosofiale per poterla poi vendere a caro prezzo ed ottenere quindi ciò che vuole.
Le varie donne del passato compaiono molto poco e sono molto poco esplorate dal punto di vista psicologico, anche se alcuni tratti della loro personalità, quelli predominanti, spiccano tra le pagine, come il forte orgoglio di Deliverance, capace di mantenere un comportamento dignitoso anche in cella, tra lo sporco e i morti.
Menzione speciale va a Grace, la madre di Connie, alla quale la protagonista chiede a volte consiglio pur ricordando la poca affidabilità della genitrice. Sarà però Grace stessa, alla fine, a convincere definitivamente Connie a credere al "segreto" permettendole di agire di conseguenza, salvando anche la vita di Sam.
Nonostante il libro sia davvero bello e avvincente, sorge un grosso problema: l'autrice spesso indugia in descrizioni troppo esageratamente minuziose, piene di dettagli (se non ricordo male la sola descrizione dell'ingresso della casa della nonna di Connie dura più o meno una pagina e mezza, troppo per una stanza non più grande di uno sgabuzzino); questo suo modo di scrivere continua per tutto il libro pur scemando verso il finale (anche se l'incontro tra Connie e Chilton nella biblioteca, quasi alla fine del libro, sembra interminabile).
Quindi il libro si merita, a malincuore, tre stelline e mezza (la scrittura ha molto influito).

Uno strano universo: i fandom


Avete mai letto un libro? Visto un film? Ascoltato della musica?
Ovviamente. Ma vi siete anche appassionati a tal punto da farvi interi film mentali, da essere considerati quasi ossessionati? Se sì, allora probabilmente siete parte del fandom.
Il termine fandom indica, per citare Wikipedia (fonte incerta, ma precisa), "una sottocultura formata da comunità di appassionati" i quali condividono passioni ed interessi comuni. Sebbene il fenomeno sia nato negli anni Trenta negli USA, ha avuto una grande diffusione negli ultimi tempi grazie al web. il termine "fandom" deriva dalla fusione della parola "fan", appassionato, con la parola inglese "kingdom", regno, creando così un termine che significa "regno dei fan". Ogni gruppo utilizza un ulteriore termine per indicarsi: Potterhead per i fan della serie "Harry Potter"; Krisbine per le fan di Kristen Stwart; Whovians per i fan della serie televisiva "Doctor who"; Directioners per i fan degli One Direction; ecc...
E ora che ho soddisfatto la mia Hermione interiore posso iniziare.
Per prima cosa da dire: sono una fangirl. Sì una di quelle ossessionate pazze che si fissano su determinate "cose", nel mio caso libri, film, fumetti, cartoni e, di recente, anche alcuni telefilm; una di quelle che quando si appassionano a qualcosa vogliono sapere tutto, ma proprio tutto, di quella cosa, anche il più piccolo e inutile particolare. Ma nonostante questo credo di essere anche una persona abbastanza moderata.
Ed è proprio questo il primo punto che voglio discutere: l'esagerazione.
Nei fandom c'è sempre il rischio di esagerare, dando credito ad alcuni pregiudizi esistenti (sono tutte ragazzine con gli ormoni a palla, sono tutti pazzi ossesionati, sono privi di cervello) soprattutto con commenti al limite della stupidità come "perchè è morto Finnick?!! Era bellissimo sarebbe dovuto morire Beete è brutto" (commento elaborato dalla sottoscritta dopo averne letti tanti sulla falsariga); trascurando l'assoluta mancanza di punteggiatura esatta, questo tipo di commenti espone al rischio di essere considerati frivoli, incapaci di intavolare discorsi seri e soprattutto capaci solo di pensare all'apparenza delle cose.
Altra esagerazione tipica dei fandom nasce da immagini come questa:
Chi si trovasse davanti una foto del genere sarebbe portato a prenderla sul serio e, commentando oggettivamente, il fandom di Hunger Games non ci fa certo una bella figura. Poche persone sono disposte ad intavolare una discussione con qualcuno che fa affermazioni come quelle riportate.
Inoltre, e spero di non offendere nessuno, mi sento personalmente urtata da questa immagine (eccetto per lo straordinario e veritiero commento su Ranuncolo) e su ciò che vi è riportato: sono parte del fandom, non sono proprio del tutto normale, ma non sono così. Ad esempio, ingigantire il dettaglio del "bacio" tra Finnick e Peeta come fanno sempre molti Tributes (fan di "Hunger Games". Ma si capiva) mi sembra esattamente questo un'esagerazione inutile, che dopo la prima volta che la leggi perde ogni lato comico
Pur rientrando nel macrogruppo "Esagerazioni", voglio fare una critica speciale riguardante quei fan che praticamente assalgono (arrivando addirittura agli insulti) coloro che non fanno parte dei fandom stessi o, soprattutto nel caso dei fan dei libri, che attaccano coloro che hanno visto solo i film e si definiscono appassionati. 
Sacrilegio!
Sembra non si possa essere parte di un fandom senza sapere vita, morte e miracoli di ogni singolo personaggio, anche del giardiniere che compare per caso a pagina 231, riga 3. Io sono la prima ad appassionarmi al punto da cercare informazioni su "vita, morte e miracoli di ogni singolo personaggio" (sì, lo so, spudorata e parecchio orrida autocitazione. Concedetemelo per favore), come già ammesso poche righe fa, ma certe volte si esagera; i fan dei film di Harry Potter non sapranno mai chi è Pix? Peccato per loro, si perdono un sacco di divertimento, non mi sembra il caso di fare una questione di stato. E invece ci sono un sacco di immagini (quelle con Gene Wilder nei panni di Willy Wonka, mi irritano seriamente a morte) in cui si arriva a denigrare queste persone. A posteriori, non sembra anche a voi esagerato?
Anche io mi chiedo cosa facciano le persone che non sono parte di un fandom? Ma credete che creando immagini su immagini che li criticano, e che verranno probabilmente viste dai soli fan, li spingerà a cambiare?
O ancora, se una persona considera certi libri, i fumetti, l'animazione "da bambini", non mi sembra davvero il caso di dirgli (cito testualmente) "ma muori" "Nagini la cena" "Liberate gli ibridi"? 
Infine voglio far presente che tali commenti sopracitati vengono usati anche all'interno dei fandom stessi per criticare chi non la pensa allo stesso modo, esempio perfetto di come certe volte si risci di scadere in un'esagerazione quasi folle che può ferire seriamente chi riceve tali insulti (parlo per esperienza).
Grazie per l'attenzione, anche se credo che nessuno legga quello che scrivo.